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Presentazione del libro di Luca Panaro “Conversazioni sull’immagine”

 

Domenica 14 aprile 2013 ore 17.00
Fondazione Centro Arti Visive
corso XI Settembre, Pesaro

Presentazione del libro di

Luca Panaro
Conversazioni sull’immagine

Olivo Barbieri, James Casebere, Mario Cresci, Andrea Galvani
Nan Goldin, Sandy Skoglund, Alessandra Spranzi, Franco Vaccari

In uscita in questi giorni nelle librerie, il libro di Luca Panaro Conversazioni sull’immagine, Danilo Montanari Editore, che sarà presentato al pubblico in anteprima domenica 14 aprile alle ore 17.00 presso il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, in collaborazione con Centrale Fotografia, rassegna di eventi sulla fotografia e l’arte contemporanea che si tiene ogni anno a Fano, di cui Panaro è direttore artistico.

Interverranno assieme all’autore, l’editore Danilo Montanari

Il libro raccoglie otto conversazioni intrattenute da Luca Panaro con artisti dai differenti approcci ma ugualmente interpreti della più stretta contemporaneità. La fotografia è il loro mezzo preferenziale, ma è l’arte l’ambito culturale in cui si collocano. La riflessione sull’immagine e il suo più recente utilizzo rende questa breve raccolta di interviste un utile strumento per decodificare il presente.
Otto artisti differenti, per provenienza, generazione e poetica.
Stesso l’intento: esplorare la contemporaneità attraverso la fotografia.

Luca Panaro è nato a Firenze nel 1975. Laureato in Arte al DAMS dell’Università di Bologna, dal 2007 insegna al Biennio specialistico di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera e dal 2005 collabora con il Laboratorio Arti e Comunicazione Visiva del Politecnico di Milano, sede di Piacenza. Ha pubblicato L’occultamento dell’autore. La ricerca artistica di Franco Vaccari (APM Edizioni 2007), Realtà e finzione nell’arte contemporanea (Enciclopedia Treccani XXI Secolo, 2010), Tre strade per la fotografia (APM Edizioni 2011) e Conversazioni sull’immagine (Danilo Montanari Editore 2013). Scrive su «Flash Art» e altre riviste specializzate. Ha curato le mostre Rereading the Image. Photography as Storage of Meaning: Italy 1970-2009 (PragueBiennale 4, Praga 2009), City Limits. Close Your Eyes and Dream (Tongji University, Shanghai 2010) e Community. La ritualità collettiva prima e dopo il web (MARCA, Catanzaro 2010). Dal 2010 è direttore artistico della rassegna “Centrale fotografia” che si tiene ogni anno a Fano

“NEL MIO GIARDINO” concorso fotografico Unopiù

Cari amici, v’invitiamo a partecipare a questo concorso fotografico aperto a tutti e gratuito, dal tema “Nel mio giardino”.                                                                                                                         Abbiamo la possibilità di raccontare con la fotografia un frammento di un luogo personale a cui in genere teniamo molto: può essere il giardino della casa di campagna, un orto in mezzo ai condomini della  periferiria, un cortile nel centro storico, un terrazzo di un palazzo, oppure il giardino pubblico che frequentiamo spesso…                                                                                                Le foto si possono spedire all’indirizzo: concorsonelmiogiardino@gmail.com                                A seguire è possibile scaricare il bando del concorso fotografico e anche la scheda di partecipazione che trovate anche nell’icona “Nel mio giardino” dell’indice del sito a destra. La scheda di partecipazione va compilata, stampata, firmata e poi inviata per e.mail assieme alle quattro foto in jpg

Grazie dell’attenzione, in bocca al lupo e buona luce!!!

Scarica il bando di concorso in versione PDF: [pdf]

Scarica la scheda di partecipazione: versione .docversione .pdf

 

 

Testo del bando del Concorso fotografico

“Nel mio giardino”

CONCORSO FOTOGRAFICO UNOPIÙ

 

in collaborazione con Centrale Fotografia e la “Scuola di paesaggio – Roberto Signorini”

 

Art. 1- Finalità

 

Il concorso fotografico “Nel mio giardino” vuole stimolare una riflessione sul ruolo che i giardini privati e pubblici ricoprono all’interno di una città (che sia una metropoli, una città di provincia o un piccolo paese), insistendo in particolar modo sugli aspetti architettonici e sociali.

I fotografi potranno rappresentare fotograficamente qualsiasi tipologia di giardino, dal terrazzo condominiale a un orto in periferia. S’invitano i fotografi a interpretare il giardino in modo personale e originale, sviluppando una riflessione sul significato dei giardini e sull’apporto dato dal giardino nel rapporto che l’uomo ha con architettura e paesaggio.

 

 

Art. 2 – Partecipazione e iscrizione al Concorso Fotografico

 

Il concorso è aperto a tutti, a prescindere dell’esperienza fotografica. La partecipazione al concorso è gratuita.

Ogni utente può inviare un massimo di 4 (quattro) fotografie, che possono essere sia legate a un unico tema o soggetto, sia avere temi diversi.

Saranno premiate le tre migliori immagini fotografiche.

 

La partecipazione al concorso implica l’accettazione integrale del presente regolamento.

La partecipazione è subordinata all’iscrizione, che dovrà essere avvenire compilando, in tutte le sue parti, la “scheda dati personali” scaricabile dal sito web www.centralefotografia.com. Le fotografie pervenute che non saranno accompagnate dalla “scheda dati personali” o che presentano una “scheda dati personali” incompleta saranno automaticamente escluse dal concorso.
Tutte le fotografie partecipanti al concorso dovranno essere inviate per email e dovranno riportare nel nome del file:
– nome e cognome del fotografo
– titolo e indicazione del luogo dove è stata scattata la foto.


Il presente Bando e la scheda di partecipazione sono scaricabili in formato pdf presso il sito www.centralefotografia.com alla sezione “Nel mio giardino”.
Art. 3 – Tipologia delle fotografie

 

Le fotografie dovranno essere in formato JPG non compresso (non sono ammessi altri formati). La fotografia dovrà avere il lato lungo di 1134 pixel e avere una risoluzione di 72 DPI. Potrà essere eventualmente richiesto ai vincitori un file a maggiore risoluzione.

Le fotografie potranno essere sia a colori che in bianco e nero, ottenute sia con attrezzature digitali sia con attrezzature analogiche, indicando la tecnica utilizzata nella “scheda dati personali”.
Art. 4 – Invio del materiale fotografico

 

Le fotografie e la scheda di partecipazione dovranno essere inviate tramite posta elettronica all’indirizzo concorsonelmiogiardino@gmail.com  entro e non oltre il 23 aprile 2013 (pena l’esclusione dal concorso) indicando come oggetto della mail: “Concorso fotografico – nel mio giardino”.

L’organizzazione, garantisce la massima cura, ma declina ogni responsabilità per la perdita e/o il danneggiamento delle immagini per cause indipendenti dalla propria volontà. Le immagini inviate non saranno restituite.
Art. 5 – Uso del materiale fotografico inviato

 

Le fotografie vincitrici del concorso e una selezione di altre fotografie saranno le protagoniste di un evento che si svolgerà presso Palazzo Gradari a Pesaro.
Art. 6 – Diritti e Responsabilità dei partecipanti

Ogni partecipante è responsabile delle proprie opere, sollevando gli organizzatori da ogni responsabilità, anche nei confronti di eventuali soggetti raffigurati nelle fotografie. Il concorrente dovrà informare gli eventuali interessati (persone ritratte) nei casi e nei modi previsti dall’art. 10 della legge 675/96 e successive modificazioni con D. Lg. 30 giugno 2003 n.196, nonché procurarsi il consenso alla diffusione degli stessi. In nessun caso le immagini inviate potranno contenere dati qualificabili come sensibili. La Giuria si riserva la facoltà di non accettare immagini la cui realizzazione si presume abbia arrecato danno e offesa al soggetto della stessa o comunque non in linea con lo spirito del concorso.

Ogni partecipante dichiara di possedere tutti i diritti sugli originali, sulle acquisizioni digitali e sulle elaborazioni delle fotografie inviate.

Ogni partecipante conserva la proprietà delle opere trasmesse alla Giuria, ma cede il diritto d’uso non esclusivo delle immagini e delle loro eventuali elaborazioni a Unopiù, autorizzandola alla pubblicazione delle proprie fotografie su qualsiasi mezzo o supporto (cartaceo e/o digitale) e a utilizzare le immagini a scopi promozionali senza fini di lucro, senza l’obbligo del consenso da parte dell’autore ma con il solo vincolo di indicare nella pubblicazione il nome dello stesso.
Art. 7 – Giuria

 

Le fotografie ammesse al concorso saranno valutate da una Giuria composta da personalità di rilievo, tra cui artisti, letterati, docenti, fotografi e rappresentanti della Unopiù.
I nomi degli autori vincitori saranno comunicati direttamente durante la premiazione. Il giudizio della Giuria è insindacabile e inappellabile. La Giuria si riserva inoltre il diritto di assegnare menzioni speciali e ulteriori premi.

 

 

Art. 8 – Premiazione del concorso “Nel mio giardino”

Saranno attributi i seguenti premi in buoni acquisto spendibili presso:

Unopiù

Via I Maggio n. 25

60131 Frazione Baraccola (AN)

tel: 071 2866777

 

ato: € 2 € 2 € 3                                                                                               1° Classificato: € 500,00

2° Classificato: € 300,00

3° Classificato: € 150,00
Ai vincitori sarà inviata comunicazione unicamente attraverso l’indirizzo di posta elettronica indicato nella scheda d’iscrizione al concorso.

 

La premiazione si svolgerà nella serata di sabato 27 aprile 2013 alle ore 17.00, all’interno della manifestazione “Tre giornate intorno al paesaggio/giardino” che avrà luogo nel Palazzo Gradari a Pesaro dal 26 al 28 aprile. All’evento parteciperanno Franco Panzini e Piero Pozzi, i quali terranno conferenze sul tema del giardino e del paesaggio. Per informazioni: www.centralefotografia.com
Art. 9 – Informativa D.Lgs 196/2003 sul Trattamento dei dati personali

 

S’informa che in conformità a quanto deliberato dall’art. 10 della legge 675/96 “Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali” e successiva modifica con D. Lg. 30 giugno 2003 n.196, i dati personali forniti dai Concorrenti con la compilazione della scheda di iscrizione, raccolti e trattati con strumenti informatici, saranno utilizzati per individuare i vincitori e per identificare gli autori delle fotografie nelle varie occasioni in cui queste saranno esposte o pubblicate e per le comunicazioni relative al concorso stesso. Il Concorrente ha il diritto di accedere ai dati che lo riguardano e di esercitare i diritti di integrazione, rettifica, cancellazione, ecc. garantiti dall’art. 13 della sopra citata legge, al titolare del trattamento. Titolare del trattamento è Unopiù di Ancona. Il conferimento dei dati e il consenso al relativo trattamento sono condizioni necessarie per la partecipazione al concorso.
Art. 10 – Aggiornamenti del presente bando

 

L’organizzazione si riserva di integrare e modificare, dandone comunicazione nel proprio sito web e via email, il presente regolamento al fine di garantire un corretto andamento del concorso.

 

 

CENTRALE FOTOGRAFIA ESPONE A RIMINI AL MUSEO DELLA CITTA’

 

 

 

Il 24 febbraio alle ore 17.00 presso Il Museo della Città di Rimini in via Tonini 1, sarà inaugurata l’esposizione “Confine Marchignolo. Gente e luoghi tra Marche e Romagna”, un originale evento fotografico che cercherà di catturare un’identità e una geografia inedite dei luoghi racchiusi dalla costa adriatica tra Pesaro e Rimini e dall’entroterra tra Valmarecchia e Montefeltro. Fino al 1 aprile 2013.

L’esposizione, curata dall’Associazione culturale Centrale Fotografia, in collaborazione con il Comune di Rimini e Omnia Comunicazione, sarà il frutto del lavoro di più di sessanta fotografi che hanno partecipato al corso di fotografia “Pesaro-Rimini. Il territorio marchignolo e la gente che vive il confine tra Marche e Romagna”, curato da Paolo Giommi e Marcello Sparaventi e dedicato alla memoria di Luigi Ghirri e Paola Borgonzoni Ghirri, in cui sono intervenuti, tra gli altri, l’architetto Pippo Ciorra, il geografo Massimo Bini, l’assessore Massimo Pulini e lo scrittore Gian Ruggero Manzoni.

 

Confine “Marchignolo” gente e luoghi tra Marche e Romagna

Negli ultimi tempi, si fa un gran uso dell’aggettivo marchignolo, riferito a luoghi, prodotti e persone; ma che cosa vuol dire esattamente? Secondo l’uso corrente, fa riferimento ad una cosa o persona che racchiude in sé caratteristiche sia marchigiane che romagnole, quindi legato al confine tra le due regioni.

Storicamente, questa è sempre stata una linea contesa: comuni e signorie hanno combattuto per secoli, approfittando dello scarso potere esercitato dallo Stato Pontificio, al prezzo di subire a volte rappresaglie durissime, soprattutto durante il secolo XIV. Le guerre diventano meno frequenti solo dopo che Sigismondo Pandolfo Malatesta viene dichiarato decaduto: risale al 1463 il primo cambio di provincia, allora chiamato libertas ecclesiastica, quando i comuni marchignoli scelgono di passare alcuni sotto Ravenna ed altri sotto Fano. Da notare che nei decenni immediatamente successivi, questi ultimi hanno un maggiore sviluppo economico e demografico rispetto ai primi (ad esempio, Mondaino cresce molto più di Saludecio).

Esiste un’identità marchignola? Risale al rinascimento un celebre detto. Nei secoli successivi, le Romagne sono visitate di frequente dagli esattori papali, detti gabellieri o gabellini, provenienti da Fano o dal resto delle Marche: “Meglio un morto in casa che un marchigiano alla porta” si riferisce certamente all’insofferenza nei confronti degli esattori.

Altro luogo comune riminese è quello dell’automobilista imbranato, che in città si ripropone ogni volta che si vede in città un’auto targata Pesaro; a Cattolica, c’è persino chi ha lasciato l’auto in garage per settimane, pur di non farsi vedere con la targa PS, ed è uscito solo dopo averne ricevuta una nuova, con su scritto RN. Non solo, a Riccione e Rimini c’è la convinzione diffusa che: “Pesaro è lontano”, come se fossero necessarie almeno un paio d’ore di autostrada per arrivarci.

Al contrario, i marchigiani non nutrono diffidenza nei confronti dei loro vicini: a Pesaro, molti abitanti si considerano romagnoli mancati, tanto che Riccione e Rimini sono mete molto apprezzate durante il fine settimana.

Chi ha inventato l’aggettivo: “marchignolo”? Sicuramente, la prova che ci porta più indietro nel tempo è il cognome Marchignoli: contrariamente a quanto si possa pensare, è diffuso principalmente in Emilia, tra Bologna, Modena e Parma, mentre solo una famiglia porta questo nome in provincia di Pesaro. Se accettiamo l’idea che il cognome indichi la provenienza di una famiglia, esempi celeberrimi sono le famiglie Gonzaga ed Este, che hanno assunto questi nomi dopo essersi spostate a Mantova e a Ferrara, allora si può dedurre che, originariamente, il termine marchignolo stava ad indicare persona originaria delle Marche trasferitasi in Emilia-Romagna.

Il significato più moderno si fa risalire a Fabio Tombari, poeta e scrittore nato a Fano nel 1899. Di lui si dice che potesse svegliarsi nelle Marche e pranzare in Romagna, senza dover uscire di casa. Mappe alla mano, la frase non è esatta, ma ben si sposa con il carattere del personaggio, così incline a frasi ad effetto ed esagerazioni ironiche, tanto che, trasferitosi a Mondaino in seguito al matrimonio con Anna Busetto, gli abitanti del paese l’avevano soprannominato “el sciaparel”. La  loro grande casa, oggi disabitata, sorge a pochi metri dal Rio Salso, corso d’acqua che segna il confine regionale per alcuni chilometri, tanto che che un quarto del podere si trova non nel territorio di Mondaino, ma in quello di Tomba (l’odierna Tavullia).

Tombari non ha mai messo l’aggettivo per iscritto nelle sue opere, ma lo cita spesso e volentieri nella lingua orale: ad esempio, si autodefinisce marchignolo ad un battesimo, in presenza dell’amico Delio Bischi, a cui il neologismo piace tanto da farlo proprio. Anche Bischi si può definire marchignolo a tutti gli effetti, lui che, negli anni ’50, fa di Gradara la meta turistica che è oggi, unendo l’attenzione alla cultura marchigiana con lo spirito e l’organizzazione turistica della riviera Romagna. Sfogliando i giornali, cartacei o telematici, capita spesso di leggere che la paternità dell’aggettivo “marchignolo” vada attribuita al già citato Delio Bischi, tuttavia si può anche trovare un articolo in cui Matteo Giardini assicura che autori come: “Zavoli, Guerra e Fellini sono certi che l’invenzione sia da attribuire a Fabio Tombari”. Come dice Daniele Marziani, scrittore riminese: “Della genialità importa il frutto, mica l’autore. Che Tombari sia stato il più marchignolo degli scrittori del Novecento è innegabile, indipendentemente dall’inventore dell’aggettivo”.

Dove si trova il confine marchignolo? Tombari stabilisce il limite meridionale del dialetto romagnolo non sul Tavollo (tra Cattolica e Gabicce) ma sul fosso Sejore (tra Pesaro e Fano), dove il pronome personale “me” si trasforma in “je”. C’è persino chi, come il poeta dialettale Antonio Maddamma, colloca all’interno della “romagna” la città di Senigallia, perché ritiene che il suo dialetto sia molto più simile al quello riminese che a quello piceno. Per chiarire ulteriormente il concetto, possiamo analizzare le opere di Tombari: Frusaglia, titolo di uno dei suoi “best seller”, è un luogo di fantasia, ma con molti riferimenti ad usanze e luoghi concreti, che si possono racchiudere in un lembo di terra situato tra Montefeltro ed il mare. Anche ne: “La morte e l’amore” sono citate molte località romagnole, gran parte delle quali sono situate tra i fiumi Foglia e Marecchia.

Chi si sente oggi marchignolo? Sicuramente, gli abitanti dei comuni marchigiani lungo il confine, compresi Pesaro, Gabicce, Gradara, Tavullia; probabilmente gli abitanti dei sette comuni che hanno cambiato provincia nel 2009 e forse anche alcuni degli abitanti dei paesi dal lato romagnolo, come Cattolica, San Giovanni, Mondaino, ma non molto di più: sentendosi chiamare marchignolo, un pesarese si sentirebbe probabilmente lusingato, mentre un riminese potrebbe rispondere: “Marchignolo a chi?”.

La mostra in oggetto propone uno sguardo non convenzionale sulla riviera ed il suo entroterra, un’occasione per riscoprire il formato della cartolina, spesso considerato fotografia di serie B, per far incontrare i suoi abitanti e riflettere su eventuali differenze, arrivando forse a scoprire che ci somigliamo più di quanto immaginiamo.

Enrico Chiaretti

 

PRO e CONTRO riflessioni su Mario Giacomelli e Luigi Ghirri

 

Associazione culturale “Centrale Fotografia”

Comune di Pesaro
Amici in Pescheria
Archivio “Mario Giacomelli” di Senigallia
Archivio “Luigi Ghirri” di Reggio Emilia
Omnia Comunicazione editore
Stamperia Digitale Benelli

PRO e CONTRO due incontri dedicati alla fotografia contemporanea

con ospiti Tano D’amico e Diego Mormorio

– venerdì 8 febbraio 2013 ore 21.15
pro e contro MARIO GIACOMELLI

– sabato 9 febbraio 2013 ore 17.00
pro e contro LUIGI GHIRRI

Mototeca Storica Marchigiana
Officine Benelli
via Mameli 22, Pesaro

Diego Mormorio, saggista, critico e storico della fotografia, e Tano D’amico, giornalista e fotoreporter, si confronteranno – tramite approcci diversi, ma entrambi con sguardo critico e anticonformista – sull’opera di due autori tra i più significativi e originali della fotografia italiana del Novecento: Mario Giacomelli (Senigallia 1925-2000) e Luigi Ghirri ( Scandiano 1943 – Roncocesi 1992). Due anni dopo la mostra “Paesaggi. Luigi Ghirri – Mario Giacomelli” svoltasi presso il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, si riconsiderano radicalmente i linguaggi dei due maestri, andando oltre la produzione paesaggistica, e cercando così di penetrare nell’animo dei due fotografi più amati e imitati. Sarà un’indagine alla ricerca del significato intrinseco dei due autori e del quid misterioso e inafferrabile che affascina molti fotografi e appassionati d’arte.

Per informazioni: info@centralefotografia.com – tel. 347 2974406

Associazione culturale Centrale Fotografia sede presso il Caffè Centrale corso Matteotti 104 Fano (PU) www.centralefotografia.com