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“Savignano Incontri 2012” il 20 aprile ospite Marcello Sparaventi

Savignano sul Rubicone, Vecchia Pescheria – venerdì 20 Aprile ore 21.15, incontro con Marcello Sparaventi
SAVIGNANO incontri 2012

Fotografia Marcello Sparaventi Marcello Sparaventi, presidente dell’associazione culturale “Centrale Fotografia”, si è messo in evidenza come curatore di eventi fotografici nel 2007, curando a Fano le mostre dedicate allo storico della fotografia Ando Gilardi e al fotografo senigalliese Ferruccio Ferroni. Nel 2011, “Centrale Fotografia” ha curato l’omaggio a Giuseppe Cavalli con la presentazione del libro “Il tono più alto” a cura di Daniele Cavalli e Marcello Sparaventi.
Nel 2009 è ideatore e fondatore dell’associazione culturale “Centrale Fotografia” in collaborazione con i titolari del Caffè Centrale di Fano, i fratelli Fabio e Matteo Cavazzoni. Ogni anno a Fano nel centro storico, viene organizzato la rassegna di eventi dedicata alla fotografia di ricerca nell’arte contemporanea, con la direzione artistica di Luca Panaro. In pochi anni, la rassegna organizzata da “Centrale Fotografia” ha raggiunto un importante rilievo nazionale, con le mostre a tema e con gli ospiti internazionali del calibro di Franco Vaccari, Olivo Barbieri, Mario Cresci e Paola Di Bello.

Nella serata di Savignano sul Rubicone, Marcello Sparaventi, presenterà una selezione di immagini tratte dall’archivio “Scuola di Paesaggio – Roberto Signorini” che contiene circa 25.000 immagini; e descriverà il progetto nel quale “Centrale Fotografia” coniuga la passione per la fotografia alla conoscenza culturale del territorio.
La “Scuola di Paesaggio” dedicata allo studioso di teoria fotografica Roberto Signorini, nasce dalla passione di divulgare la cultura del territorio, attraverso il linguaggio della fotografia; momento di studio del paesaggio inteso nel senso più lato del termine (storico, ambientale, architettonico e culturale), ma anche luogo di dibattito intorno alla tecnica fotografica applicata all’indagine sul campo (fotografia di paesaggio, fotografia d’architettura e sociale).

Fano nell’obiettivo dei fotografi Magnum

Il catalogo della mostra di Torino, pubblicato da Silvana Editoriale

È in corso al Palazzo Reale di Torino fino al 26 febbraio 2012, la mostra fotografica “L’Italia e gli italiani“; un progetto fotografico internazionale che ha coinvolto anche Fano, realizzato in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Un reportage realizzato da nove grandi fotografi dell’agenzia Magnum, fondata nel 1947 da Robert Capa ed Henri Cartier-Bresson.

L’intento di questo viaggio fotografico durato sei mesi, era quello di dare una visione particolare dell’Italia, interpretata dal linguaggio fotografico d’autore, senza visioni nostalgiche e vedute turistiche. Un’occasione per riflettere sulla contemporaneità, registrata nel 2011 in un paese dove l’arte, la storia e la attualità si intrecciano, la tradizione e l’artigianato si confrontano con le tecnologie, le strutture urbanistiche attendono nuove istanze sociali, dove spesso il paesaggio agricolo lascia il passo a quello industriale, in un susseguirsi continuo di armonie e contrasti, bellezza e cattivo gusto.

Sono in mostra e pubblicate in uno splendido volume edito da Silvana Editoriale, oltre quattrocento immagini, realizzate da: Christopher Anderson, Harry Gruyaert, Mark Power, Mikhael Subotzky, Donovan Wylie, Richard Kalvar, Bruce Gilden, Alex Majoli e Paolo Pellegrin.

Uno di loro, Richard Kalvar, il maestro americano della street photography, è passato a Fano il 12 giugno 2011, accompagnato da Irene Alison direttore della rivista Rearviewmirror edita da Postcart, in concomitanza della terza edizione di “Centrale Fotografia”, la rassegna di eventi dedicati alla fotografia e all’arte contemporanea, organizzata ogni anno dall’associazione culturale omonima, che ha la propria sede al Caffé Centrale. Kalvar ha vissuto alcuni momenti a Fano, nella giornata in cui si svolgevano in Italia i referendum abrogativi del 12-13 giugno 2011, e ha ripreso alcuni giovani del circolo giovanile Salvador Allende, i quali si erano riuniti nella loro vecchia sede di palazzo Montevecchio. Poi Kalvar, sempre alla ricerca della gente che vive insieme in contesti sociali, si è diretto con la sua macchina fotografica al ristorante self service Pesce Azzurro, dove tra le centinaia di persone ha isolato alcuni ritratti ambientati, dalla grande forza evocativa e formale.

La piccola presenza di Fano, unica città delle Marche, in una mostra così autorevole, è la conferma che le iniziative di qualità che “Centrale Fotografia” sta portando avanti, hanno rinnovato l’ambiente culturale fanese, e in particolare contribuiscono a far conoscere la città a livello nazionale. L’esposizione inaugurata a Torino il 24 novembre 2011, si sposterà in altre città italiane, e poi a New York e Parigi.

La rassegna torinese si apre con Christopher Anderson, focalizzando il suo obiettivo sul Mare, elmento in cui la penisola è immersa, e da cui proviene la nostra storia e la nostra civiltà.

Donovan Wylie riflette sulle Nuove mura che delimitano i perimetriurbani, confini moderni rappresentati da tangenziali e viadotti autostradali, aree industriali e discariche, che segnano una realtà abitativa ormai completamente antropizzata.

Insieme è il titolo della sezione di Richard Kalvar, che propone uno sguardo su ciò che tiene unita l’Italia, in termini di spazi condivisi e di gesti comuni e speciali in cui tutti si riconoscono: dal caffé al bar al Ferragosto in spiaggia, dalla compagnia dei nonni a una buona pizza.

L’indagine di Mikael Subotzky si concentra sulle Nuove piazze, ovvero suo nuovi spazi di aggegazione – dai centri commerciali alle discoteche – che sembrano aver sostituito il centro della vita pubblica di un tempo, la piazza appunto.

Mark Power, nel reportage dedicato ai Luoghi della memoria, ripercorre le bellezze del nostro paese, che non a caso detiene il record mondiale di beni artisticidichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Pubblicato su: “LaPrimaWeb”

Foto di Richard Kalvar – circolo giovanile “Salvador Allende”, Palazzo Montevecchio a Fano

 

Richard Kalvar mentre fotografa al ristorante selfservice “Pesce Azzurro” a Fano                                         Foto di  Guido Zonghetti

 

Le fotografie di Richard Kalvar allestite al Palazzo Reale di Torino

 

Da sinistra: Richard Kalvar e Marcello Sparaventi a Fano il 12 giugno 2011                                                    Foto di Guido Zonghetti

Commento di Massimo Conti alla fotografia di Richard Kalvar

Foto di Richard Kalvar – circolo giovanile “Salvador Allende”, Palazzo Montevecchio a Fano

Fa piacere scoprire che un’immagine che racconta la vita di giovani fanesi sia entrata a pieno titolo come episodio emblematico del lavoro di un grande fotografo della Magnum. Una foto che, assieme alle tante altre del progetto L’Italia e gli italiani farà il giro del mondo. I ragazzi del circolo “Salvador Allende” ripresi da Richard Kalvar posano in maniera del tutto naturale davanti all’obiettivo del fotografo intenti e concentrati, sembra, a guardare qualcosa o qualcuno. Colpisce nel loro vestiario l’assenza di un qualsivoglia richiamo a divise o simboli che ricordino vecchie ideologie: niente capelli lunghi e kefià: ragazzi normali. Ispirano fiducia; i libri sullo scaffale da un alto la lavagna bianca dall’altro, la posizione composta, alcuni a braccia conserte, ma soprattutto il loro sguardo suggeriscono studio, impegno e dedizione. Sembrano bravi studenti intenti a seguire una lezione, giovani a cui affideresti il futuro del paese con la certezza di averlo messo in buone mani. L’immagine di Gramsci alle loro spalle e il graffito COMUNISTI disegnato sul muro ci ricordano che questi sette adolescenti vogliono costruire un’Italia migliore a partire non dalle macerie ma dalle fondamenta di una grande idea di giustizia e libertà. Una bellissima foto che ci fa onore.
Massimo Conti

Riflessioni dopo l’incontro con Glauco Maria Martufi

ph. Guido Zonghetti

 

Dopo l’incontro con il prof. Glauco Maria Martufi, una nostra corsista ci ha mandato delle riflessioni che condividiamo per approfondire le tematiche del paesaggio, affrontate nel corso FANO-URBINO luoghi e vie di comunicazione:


La curiosità è una delle caratteristiche che alimenta la personalità: luoghi, libri ed opere d’arte sono il pane quotidiano di cui si nutre il genere umano quando ha sete di sapere. Questa riflessione nasce spontanea nel momento in cui ci si sofferma a pensare al territorio che ci circonda, così pieno di colori sapori e ricordi.
Spesso capita che alcune bellezze territoriali siano a noi sconosciute poiché le possiamo avere sempre a nostra disposizione e così cerchiamo il lontano, il misterioso senza renderci realmente conto che il “bello” è molto vicino a noi.
L’incontro di mercoledì scorso (12 ottobre 2011) ha suscitato in me tali pensieri: la scoperta di alcuni luoghi storici del nostro territorio ha fatto crescere la consapevolezza di volermi soffermare più attentamente su particolari vicini ma a me ignoti.
Grazie all’attenta analisi visiva di Glauco Maria Martufi sono riuscita a scoprire alcuni dei più caratteristici borghi della nostra provincia. Strade, case, alberi e sentieri, costituiscono il cuore della nostra terra, così ricca di storia e di particolari.
L’elemento che maggiormente mi ha colpito è la vivacità di colori e di particolari di Sant’Angelo in Vado. Le quattro immagini a noi presentate mostrano la tipica cascata del paese. Ma la particolarità sta nel catturare l’immagine in quattro fasi diverse, dandoci la possibilità di una prospettiva di tipo impressionista. Allo stesso modo il pittore Monet dipinse quattro tele raffiguranti Notre Dame de Paris studiandone la luce ed il colore dando vita a quattro dipinti con lo stesso soggetto ma con un occhio diverso. Vennero dipinte in diversi momenti della giornata: alba, mezzogiorno, tramonto e notte.

Allo stesso modo la cascata di Sant’Angelo in Vado è un’esplosione di colori i quali ci permettono di collegare un quadro impressionista con una fotografia fatta in momenti diversi. La cascata dipinda di bianco ci riporta in un contesto surreale mentre i colori autunnali ci danno un senso intenso di calore. Sinceramente trovo estremamente interessante ritrarre un soggetto guardandolo da prospettive stagionali per coglierne i cambiamenti ed è in questa situazione che l’occhio ha un ruolo decisivo.

A mio parere un bravo fotografo dev’essere in grado di catturare qualsiasi sfumatura che un soggetto sia in grado di esprimere. Ed è per questo che ogni persona vede il mondo con occhi diversi utlizzando la macchina fotografica come un tramite tra l’idea e il concetto stesso.

Senza dubbio riscoprire i paesaggi della mia provincia sarà un modo per scavare più a fondo con realtà che mi appartengono da vicino, cercando di coglierne gli aspetti storici, sociali e culturali da me spesso accantonati.

 

Claudia Campagna

 

Tre strade per la fotografia (anteprima nazionale)

 

Giovedì 20 ottobre ore 21.15

Sala Verdi del Teatro della Fortuna

Piazza XX Settembre, Fano

 

Presentazione del libro di

Luca Panaro

Tre strade per la fotografia

(APM Edizioni)

Intervengono

Ludovico Pratesi (Direttore Artistico Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro)

Lucia Miodini (docente di Storia della fotografia, ISIA di Urbino)

Luca Panaro (autore)

Franco Mancinelli (Assessore alla Cultura, Comune di Fano)

Marcello Sparaventi (Presidente di Centrale Fotografia)

 

In uscita in questi giorni nelle librerie, il libro di Luca Panaro Tre strade per la fotografia, APM Edizioni, sarà presentato al pubblico in una serie di incontri, nei quali l’autore dialogherà con curatori e esperti di fotografia di diverse città italiane. Il primo incontro si terrà giovedì 20 ottobre alle 21.15 presso la Sala Verdi del Teatro della Fortuna di Fano, in collaborazione con l’associazione culturale Centrale Fotografia, che organizza la rassegna annuale di eventi sulla fotografia e l’arte contemporanea, giunta alla terza edizione e di cui Panaro ha curato le ultime due.

Dialogheranno con l’autore Ludovico Pratesi, Direttore Artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro e Lucia Miodini, docente di storia della fotografia all’ISIA di Urbino. Interverranno Franco Mancinelli, Assessore alla Cultura del Comune di Fano e Marcello Sparaventi, Presidente di Centrale Fotografia.

 

In questo saggio Luca Panaro individua, fra le molte strade percorse dalla fotografia contemporanea,  quelle che meglio si fanno interpreti del nostro tempo: l’«archivio» inteso come “forma simbolica” e come luogo da cui prelevare fotografie preesistenti depositarie di significati ancora da scoprire (Andy Warhol, Gerhard Richter, Franco Vaccari); la «realtà» come spettacolo quotidiano che si svolge all’interno delle quattro mura domestiche come nei reality televisivi (Larry Clarke, Nan Goldin, Sophie Calle); la «finzione» come documentazione di mondi fittizi che soltanto il mezzo fotografico può trasformare in future verità (James Casebere, Thomas Demand, Luigi Ghirri).

Le tre strade per la fotografia che Panaro suggerisce nei capitoli del libro si possono estendere ad altre espressioni artistiche, come la video-arte, il cinema sperimentale, o i cosiddetti new media.

 

1. L‘archivio come forma simbolica

Panaro parla dell’archivio come “forma simbolica” di un’epoca passata, ma che in un certo senso stiamo in parte ancora vivendo. Oggi migliaia di artisti in tutto il mondo prelevano fotografie e video e le riutilizzano per dare vita a nuove opere d’arte. L’autore rintraccia l’origine di questo fenomeno indicando quali artisti nel secolo scorso hanno introdotto il prelievo di un oggetto oppure di un’immagine come atteggiamento artistico. Spiegando in che modo questo possa essere l’elemento che accomuna cento anni di storia dell’arte, dalle avanguardie d’inizio Novecento fino all’epoca attuale.

2. La realtà come spettacolo quotidiano

Parlare di realtà a proposito della fotografia può sembrare banale, vista la specificità del mezzo a cui ci riferiamo e la sua apparente vicinanza al vero, risulta pertanto necessario individuare una sottocategoria per proporre una discussione seria sull’argomento. In questo caso l’interesse di Panaro è caduto sulla spettacolarizzazione della vita quotidiana che ormai da tempo contraddistingue la nostra società, ma nello specifico su quegli artisti che hanno rivolto l’obiettivo su loro stessi e sulla piccola comunità d’individui a cui appartengono, in una visione intima e condivisa. Ma si tratta di una realtà però che da un momento all’altro può trasformarsi in spettacolo, a prescindere dal grado di consapevolezza dei partecipanti.

3. La finzione come futura verità

La fotografia ha sempre mentito e sempre lo farà. Ancora oggi però ci stupiamo quando questo accade, nonostante l’affermarsi delle tecnologie di matrice informatica lascerebbe pensare il contrario. Ma in che modo l’immagine mente? Ci sono tante occasioni per fingere utilizzando la fotografia. Evitando di parlare di alcuni autori della cosiddetta staged photography, uno dei generi più fortunati della scena artistica statunitense degli ultimi decenni, Panaro ha trovato invece più interessante approfondire la conoscenza di quegli autori che hanno rivolto una particolare attenzione alla ricostruzione di ambienti architettonici. Situazioni che possiamo già considerare finzione prima ancora di essere trasformate in fotografia, ma che necessitano di quest’ultimo passaggio per mutare una momentanea bugia in futura verità.

 

CENNI BIOGRAFICI

Luca Panaro è nato a Firenze nel 1975. Laureato in Arte al DAMS dell’Università di Bologna, dal 2007 insegna al Biennio specialistico di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera e dal 2005 collabora con il Laboratorio Arti e Comunicazione Visiva del Politecnico di Milano, sede di Piacenza. Dal 2010 è direttore artistico della rassegna “Centrale Fotografia”, Fano. Ha pubblicato il libro L’occultamento dell’autore (APM, 2007). Tra le sue opere più recenti: Realtà e finzione nell’arte contemporanea in Aa. Vv., XXI Secolo – Gli spazi e le arti (vol. 4, Enciclopedia Treccani, Roma 2010) e Community. La ritualità collettiva prima e dopo il web (Electa-Mondadori, Milano 2010). Ha curato volumi monografici di Olivo Barbieri, Mario Cresci, Bruno Munari e Franco Vaccari. Attualmente scrive su «Arskey» e «Flash Art».

 

APM Edizioni

Tre strade per la fotografia di Luca Panaro, si inserisce nell’interessante proposta editoriale della casa editrice APM. Un nome che ha le sue radici nella storia della città di Carpi (MO), l’acronimo di Aldo Pio Manuzio, tutore e stampatore del principe di Carpi Alberto III Pio (XV secolo) e ritenuto il primo editore in senso moderno. APM ha infatti un’eredità storica lunga secoli e la sua storia si snoda attraverso i fatti del passato della città carpigiana. Oggi si propone oggi al pubblico con un’offerta editoriale specializzata in volumi su arti visive, fotografia, architettura, illustrazione, cataloghi di mostre e pubblicazioni d’arte di pregio. Tra le recenti pubblicazioni: Mario Cresci. Dentro le cose, Olivo Barbieri. Selected works 1978-2010, Fantasia esatta. I colori della luce di Bruno Munari.