Agenzia di comunicazione ed editore, ha realizzato il logo e collabora alla realizzazione degli eventi della rassegna “Centrale Fotografia”.
Teatrodelleisole
La compagnia TEATRODELLEISOLE nasce nel 2008 dall’esperienza decennale dell’Associazione Culturale Vissidarte. Dall’inizio della sua attività, nel 1997, ha affiancato ad una ricca produzione teatrale un lavoro di studio e formazione, organizzando corsi di tecnica teatrale, di lettura ad alta voce e di recitazione.
Il percorso culturale della compagnia ha abbracciato le più svariate forme di espressione teatrale, dal teatro danza a quello contemporaneo, passando per i classici ed il teatro ragazzi. A quest’ultimo si è dedicata in modo costante negli ultimi anni con importanti produzioni.
Da qualche anno la compagnia affianca all’attività teatrale un lavoro di produzione e animazione video .
Marcello Sparaventi

Marcello Sparaventi è nato a Colbordolo PU e vive a Fano PU dal 1996.
Operatore sanitario, scopre la fotografia nel 1993 a Malindi in Kenya. Autodidatta, esperto di linguaggio visivo e di fotografia, ha collaborato con enti ed istituzioni per la realizzazione di progetti sociali e di valorizzazione dei luoghi, attività culturali e mostre. In particolare, si è occupato di fotografia del territorio e di ricerca. Nel 2007 inizia il suo percorso organizzativo, con la collaborazione dei Musei Civici e della Biblioteca Federiciana di Fano con le mostre dedicate a: Sandro Genovali, Ando Gilardi e Ferruccio Ferroni. Da dieci anni cura i progetti didattici sulla fotografia e il territorio, che sono identificati nel progetto “Scuola di paesaggio – Roberto Signorini”. La rassegna “Centrale Fotografia” è giunta all’ottava edizione, ed in questi anni a Fano sono passati a Fano artisti di rilievo internazionale come: Franco Vaccari, Olivo Barbieri, Mario Cresci, Paolo Di Bello, Paolo Ventura, Adrian Paci, Robert Gligorov e tanti altri; la rassegna fanese è riuscita negli ultimi anni a rinnovare la fotografia marchigiana. Dal 2007 in collaborazione con l’archivio Ferruccio Ferroni di Senigallia, è impegnato nella valorizzazione dell’opera di Ferruccio Ferroni (1920, Mercatello sul Metauro – Senigallia, 2007), di cui ha pubblicato nel 2014 a Potenza Picena “Nel silenzio Ferroni a Colori”, e sempre nel 2014 a Terlizzi in provincia di Bari “Spirito e Materia”.
Sulle sue attività ha scritto e pubblicato innumerevoli cataloghi e testi:
nel 2004 ha realizzato le immagini per il libro RESTAURI A FANO 2000-2003 di Giampiero Cuppini, edito da Marsilio editore, Venezia;
nel 2005 ha realizzato le immagini per il catalogo della mostra a Pesaro, Centro Arti Visive Pescheria e al Museo Civico con le opere di Antonella Ravagli e i testi del professor Giancarlo Boiani, edito da Omnia Comunicazione Editore;
nel 2005 realizza le immagini fotografiche per il libro Elso Sora ceramista pittore con i testi di Maria Grazia Callegari;
nel 2008 ha realizzato le immagini fotografiche per il catalogo della mostra LA TERRA DI AGRA’ percorso, mostra personale di Natale Patrizi con i testi di Cristina Petrelli;nel 2011 ha realizzato le immagini fotografiche per il libro, MAGNIFICA CERAMICA DA UNA COLLEZIONE PRIVATA. MAIOLICHE RINASCIMENTALI E CERAMICHE CLASSICHE Claudio Paolinelli e Claudia Cardinali, con la presentazione di Timothy Wilson e Jean-Jacques Maffre, edito da Metauro Edizioni;
nel 2013 ha realizzato le immagini fotografiche per il volume della Fondazione Meuccia Severi. Opere pittoriche, grafiche e scultoree.
nel 2013 ha curato il libro MEMORIA RESISTENTE La storia sociale del borgo di Metaurilia dagli album di famiglia 1934-1970 con il circolo Albatros 87 e Omnia Comunicazione.
nel 2017 con altri soci di Centrale Fotografia ha realizzato immagini fotografiche per il catalogo della mostra MALI MINORI con le opere di Luigi Belli e Guido Scarabottolo alla Chiesa di San Pietro in Valle di Fano.
nel 2019 realizza con altri soci di Centrale Fotografia le immagini fotografiche per realizzare il libro IL GESTO NASCOSTO Il restauro dell’Annunciazione di Guido Reni a cura del Lions Club di Fano.
Attualmente è presidente dell’associazione culturale CENTRALE FOTOGRAFIA che ha ideato personalmente, e che è nata al Caffè Centrale di Fano nel 2009; è curatore della rassegna annuale CENTRALE FOTOGRAFIA alla Rocca Malatestiana di Fano in collaborazione con il critico d’arte Luca Panaro, docente di fotografia contemporanea all’Accademia di Brera a Milano.
Un articolo di Marco Andreani
Tra gli eventi culturali di questa incerta estate 2009, va senz’altro segnalato il ciclo di tre incontri su La scuola fotografica marchigiana, intelligente rassegna d’esordio del gruppo CENTRALE FOTOGRAFIA, costituito per promuovere lo studio e la valorizzazione del patrimonio fotografico nel nostro territorio. Scaturita dalla passione di Marcello Sparaventi (fondatore del gruppo e già curatore di preziose iniziative espositive ed editoriali come quelle dedicate a Ferruccio Ferroni e Ando Gilardi), con la collaborazione del Teatrodelleisole, l’iniziativa si è svolta nelle sale gremite del Caffè Centrale, cuore del centro storico fanese. Scelta felice quella del Caffè Centrale, che per tre sere è divenuto punto di incontro di studiosi, giovani artisti, semplici curiosi e personaggi storici della fotografia marchigiana e nazionale. Del resto, faceva notare Claudio Cesarini, spettatore illustre dell’evento, è nell’atmosfera calda e informale dei Caffè che è proliferata una parte essenziale dell’arte e della cultura del Novecento.
Questa prima tappa di CENTRALE FOTOGRAFIA non poteva non avere per protagonisti Mario Giacomelli, Giuseppe Cavalli e Luigi Crocenzi, i tre padri fondatori di quella tradizione fotografica marchigiana a cui qualunque fotografo nostrano appartiene, e con la quale ci si deve necessariamente confrontare: incredibilmente diversi l’uno dall’altro e capaci di trovare proprio nella provincia gli stimoli e la forza per imporsi in ambito nazionale e internazionale, questi autori costituiscono una fonte inesauribile di stimoli creativi e riflessioni. Colpisce la maniera niente affatto scontata con cui, durante le tre serate, sono stati presentati questi nomi eccellenti della fotografia – troppo spesso al centro di iniziative estemporanee, stanche e sterili ripetizioni di cose già viste e dette -, grazie soprattutto a un’accurata selezione dei relatori. Tutti gli studiosi intervenuti, infatti, avevano in comune una caratteristica essenziale: una conoscenza critica della materia, forgiata dallo studio diretto dei documenti d’archivio, unico vero antidoto contro il pigro perpetuarsi di comodi e riduttivi clichés.
Così, in una brillante alternanza di interventi orali, proiezioni di immagini e letture di testi e documenti inediti da parte di attori professionisti (il tutto rigorosamente e opportunamente filmato), Simone Giacomelli ha tracciato un originale profilo biografico del padre, Katiuscia Biondi, nipote dell’artista e Direttrice dell’Archivio Giacomelli di Sassoferrato (proprio così, a Sassoferrato è custodita una parte essenziale dell’Archivio Giacomelli, sconosciuta anche agli specialisti del settore, a riprova della superficialità con cui in italia si studia uno dei più grandi fotografi del Novecento), ha generosamente mostrato le foto straordinarie dell’inedita serie Le mie Marche, mentre Simona Guerra ha fatto ascoltare la viva voce dell’artista, attraverso spezzoni dell’ultima intervista rilasciata prima di morire; Giuseppe Tranali (il primo in Italia a studiare per ben due anni l’Archivio Crocenzi) e Giocondo Rongoni hanno fatto finalmente luce su molti aspetti della vasta opera fotografica e culturale di Luigi Crocenzi, autore decisivo – quanto poco conosciuto – per la fotografia italiana del dopoguerra, mentre il sottoscritto, che per anni ha avuto la fortuna di poter accedere ai documenti dei Fondi Crocenzi e Giacomelli, ha ricostruito l’inedito e fondamentale rapporto di collaborazione tra i due autori; Daniele Cavalli, Direttore dell’Archivio Cavalli di Roma, ha fatto il punto sugli studi più recenti e aggiornati dell’opera del padre, mettendone in evidenza – al di là dei tradizionali e consunti schemi di lettura – la raffinata complessità di linguaggio, ulteriormente approfondita dall’acuta lettura di Cesare Colombo (tra i principali storici della fotografia in Italia), svolta a partire da una serie di illuminanti accostamenti tra le immagini di Cavalli e quelle di altri protagonisti della fotografia lirica italiana, da Ferruccio Ferroni a Luigi Ghirri; infine, Lidia Ferroni Barucca, moglie di Ferroni, ha offerto una vivace e diretta testimonianza del clima in cui fiorirono, nella Senigallia degli anni Cinquanta, i sodalizi tra Cavalli, Giacomelli, Crocenzi e gli altri esponenti dei gruppi Misa e La Gondola.
Qualcosa si muove, insomma, sotto il sole di questa estate 2009. E l’inesauribile Marcello, già in fermento, promette un’edizione 2010 ancor più ricca e ambiziosa. In bocca al lupo.
Marco Andreani