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“Con i nostri pensieri e con i nostri gesti” in download digitale gratuito

Il libro Con i nostri pensieri e con i nostri gesti – Le responsabilità degli intellettuali nelle lettere e nella riflessione di Roberto Signorini, a cura di Maria Luisa Tornesello, è disponibile gratuitamente per il download in PDF.

il libro è libero da diritti d’autore: ogni sua parte può essere utilizzata purché ne sia menzionato l’autore e il titolo dell’opera.

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Commento di Massimo Conti alla foto “Rimini, 1977” di Luigi Ghirri

Come spesso accade  quando mi trovo davanti  per la prima volta a una fotografia di Ghirri che non conosco rimango stupito  dalla mole di contenuti  che il fotografo emiliano riesce a stipare in  un’immagine all’apparenza semplice e banale . In Ghirri fotografo scopro sempre inevitabilmente il  Ghirri sociologo che indaga il nostro io collettivo con la sensibilità di uno scanzonato poeta. Come nell’immagine di cui vi voglio parlare: Rimini, 1977. Chiunque di noi, credo, nel fotografare il chiosco, a forma di macchina fotografica, che vende e sviluppa i rullini ai turisti avrebbe aspettato che la strada fosse sgombra di veicoli: io almeno avrei scelto quel momento lì. Ghirri, invece, per accentuare lo spaesamento ne infila nell’inquadratura ben tre, più l’ombra di un quarto. Ma fate attenzione ai colori delle tre auto: sono le tinte “ghirriane” per eccellenza. L’azzurro cielo, la FIAT 128, e la pennellata calda, in questo caso un FIAT 500 gialla. E poi per raccordare il tutto il bianco e nero della FORD che riprende i colori del chiosco. Tutto casuale? No. Andate a sfogliare i suoi libri fotografici e vi accorgerete dell’uso sapiente di queste tinte, usate da  Ghirri per raccontare la sua visione della realtà. Dietro Rimini, 1977 ci sono secondo me decine e decine di scatti tra i quali ha selezionato quella precisa foto. C’è in questa immagine lo spaesamento dell’intellettuale di fronte ad una modernità senza scrupoli che svuota le strade dalle gente per riempirle di auto: sul marciapiede si intravedono solo poche persone e un bambino accucciato che gioca  da solo; è la riviera adriatica, irriconoscibile e sradicata dal suo contesto, sinonimo di divertimento e spensieratezza , trasfigurata in una delle tante periferie di una qualunque città: emblematici i profili dei palazzoni che accentuano la piccolezza e il senso di smarrimento del ragazzino.  Ma il tema centrale dell’immagine è il dialogo muto tra il fotografo e il mezzo fotografico: Ghirri allo stesso tempo è oggetto (lui davanti all’obbiettivo della grande macchina fotografica/chiosco) e soggetto (lui che sta fotografando il chiosco/macchina fotografica) della sua stessa opera.  Il gigantesco apparato tecnologico sovrasta tutto e tutti e Rimini, 1977 induce a pensare che Ghirri percepisse già , da buon profeta, l’avvento di una società dominata da una  tecnologia invasiva dove il mezzo fotografico e le sue estensioni (TV, telefonia, web) sarebbero diventate mezzi per il controllo delle coscienze. Non a caso volle collocare Rimini, 1977 a chiusura del suo libro fotografico Kodachrome del quale disse che fosse “un buon punto di partenza per fare un lavoro completamente diverso con la fotografia e che non sia sempre e soltanto il fatto di fare un bella fotografia che si mostra e si esibisce, ma sia un qualcosa che ha una sua struttura narrativa, un suo filo conduttore.”

Massimo Conti

Fano nell’obiettivo dei fotografi Magnum

Il catalogo della mostra di Torino, pubblicato da Silvana Editoriale

È in corso al Palazzo Reale di Torino fino al 26 febbraio 2012, la mostra fotografica “L’Italia e gli italiani“; un progetto fotografico internazionale che ha coinvolto anche Fano, realizzato in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Un reportage realizzato da nove grandi fotografi dell’agenzia Magnum, fondata nel 1947 da Robert Capa ed Henri Cartier-Bresson.

L’intento di questo viaggio fotografico durato sei mesi, era quello di dare una visione particolare dell’Italia, interpretata dal linguaggio fotografico d’autore, senza visioni nostalgiche e vedute turistiche. Un’occasione per riflettere sulla contemporaneità, registrata nel 2011 in un paese dove l’arte, la storia e la attualità si intrecciano, la tradizione e l’artigianato si confrontano con le tecnologie, le strutture urbanistiche attendono nuove istanze sociali, dove spesso il paesaggio agricolo lascia il passo a quello industriale, in un susseguirsi continuo di armonie e contrasti, bellezza e cattivo gusto.

Sono in mostra e pubblicate in uno splendido volume edito da Silvana Editoriale, oltre quattrocento immagini, realizzate da: Christopher Anderson, Harry Gruyaert, Mark Power, Mikhael Subotzky, Donovan Wylie, Richard Kalvar, Bruce Gilden, Alex Majoli e Paolo Pellegrin.

Uno di loro, Richard Kalvar, il maestro americano della street photography, è passato a Fano il 12 giugno 2011, accompagnato da Irene Alison direttore della rivista Rearviewmirror edita da Postcart, in concomitanza della terza edizione di “Centrale Fotografia”, la rassegna di eventi dedicati alla fotografia e all’arte contemporanea, organizzata ogni anno dall’associazione culturale omonima, che ha la propria sede al Caffé Centrale. Kalvar ha vissuto alcuni momenti a Fano, nella giornata in cui si svolgevano in Italia i referendum abrogativi del 12-13 giugno 2011, e ha ripreso alcuni giovani del circolo giovanile Salvador Allende, i quali si erano riuniti nella loro vecchia sede di palazzo Montevecchio. Poi Kalvar, sempre alla ricerca della gente che vive insieme in contesti sociali, si è diretto con la sua macchina fotografica al ristorante self service Pesce Azzurro, dove tra le centinaia di persone ha isolato alcuni ritratti ambientati, dalla grande forza evocativa e formale.

La piccola presenza di Fano, unica città delle Marche, in una mostra così autorevole, è la conferma che le iniziative di qualità che “Centrale Fotografia” sta portando avanti, hanno rinnovato l’ambiente culturale fanese, e in particolare contribuiscono a far conoscere la città a livello nazionale. L’esposizione inaugurata a Torino il 24 novembre 2011, si sposterà in altre città italiane, e poi a New York e Parigi.

La rassegna torinese si apre con Christopher Anderson, focalizzando il suo obiettivo sul Mare, elmento in cui la penisola è immersa, e da cui proviene la nostra storia e la nostra civiltà.

Donovan Wylie riflette sulle Nuove mura che delimitano i perimetriurbani, confini moderni rappresentati da tangenziali e viadotti autostradali, aree industriali e discariche, che segnano una realtà abitativa ormai completamente antropizzata.

Insieme è il titolo della sezione di Richard Kalvar, che propone uno sguardo su ciò che tiene unita l’Italia, in termini di spazi condivisi e di gesti comuni e speciali in cui tutti si riconoscono: dal caffé al bar al Ferragosto in spiaggia, dalla compagnia dei nonni a una buona pizza.

L’indagine di Mikael Subotzky si concentra sulle Nuove piazze, ovvero suo nuovi spazi di aggegazione – dai centri commerciali alle discoteche – che sembrano aver sostituito il centro della vita pubblica di un tempo, la piazza appunto.

Mark Power, nel reportage dedicato ai Luoghi della memoria, ripercorre le bellezze del nostro paese, che non a caso detiene il record mondiale di beni artisticidichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Pubblicato su: “LaPrimaWeb”

Foto di Richard Kalvar – circolo giovanile “Salvador Allende”, Palazzo Montevecchio a Fano

 

Richard Kalvar mentre fotografa al ristorante selfservice “Pesce Azzurro” a Fano                                         Foto di  Guido Zonghetti

 

Le fotografie di Richard Kalvar allestite al Palazzo Reale di Torino

 

Da sinistra: Richard Kalvar e Marcello Sparaventi a Fano il 12 giugno 2011                                                    Foto di Guido Zonghetti

Commento di Massimo Conti alla fotografia di Richard Kalvar

Foto di Richard Kalvar – circolo giovanile “Salvador Allende”, Palazzo Montevecchio a Fano

Fa piacere scoprire che un’immagine che racconta la vita di giovani fanesi sia entrata a pieno titolo come episodio emblematico del lavoro di un grande fotografo della Magnum. Una foto che, assieme alle tante altre del progetto L’Italia e gli italiani farà il giro del mondo. I ragazzi del circolo “Salvador Allende” ripresi da Richard Kalvar posano in maniera del tutto naturale davanti all’obiettivo del fotografo intenti e concentrati, sembra, a guardare qualcosa o qualcuno. Colpisce nel loro vestiario l’assenza di un qualsivoglia richiamo a divise o simboli che ricordino vecchie ideologie: niente capelli lunghi e kefià: ragazzi normali. Ispirano fiducia; i libri sullo scaffale da un alto la lavagna bianca dall’altro, la posizione composta, alcuni a braccia conserte, ma soprattutto il loro sguardo suggeriscono studio, impegno e dedizione. Sembrano bravi studenti intenti a seguire una lezione, giovani a cui affideresti il futuro del paese con la certezza di averlo messo in buone mani. L’immagine di Gramsci alle loro spalle e il graffito COMUNISTI disegnato sul muro ci ricordano che questi sette adolescenti vogliono costruire un’Italia migliore a partire non dalle macerie ma dalle fondamenta di una grande idea di giustizia e libertà. Una bellissima foto che ci fa onore.
Massimo Conti